“Ricomporre l’infranto”, nel titolo il progetto riprende una felice espressione in cui Manfredo Tafuri riconosceva il problema della ricerca storica. Nel caso di Nemi non si tratta solo di storia ma di uno studio che coinvolge diverse discipline in uno straordinario palinsesto. Nemi è lo scenario del mito del "Rex nemorensis" che ha suggestionato l’immaginario dall’antichità fino ai nostri giorni, dal "Ramo d’oro" di Frazer a "Apocalypse Now" di Coppola. Nel paesaggio nemorense spaziano elementi della storia e l’archeologia, della storia delle religioni, della letteratura e le arti, dell’architettura e del restauro. Tra i resti archeologici del santuario e degli edifici di età repubblicana e imperiale romana si inserisce il segno forte del Museo progettato negli anni '30 del Novecento da Morpurgo per ospitare le navi recuperate dal lago, che fu bombardato, incendiato e poi ristrutturato, senza i preziosi scafi andati distrutti. Il progetto mira a riconnettere le evidenze di questo straordinario palinsesto presenti in situ con quelle disperse in diversi archivi e musei in Italia e in Europa. Per ‘ricomporre l’infranto’ serve un lavoro di équipe, con diverse, qualificate, competenze che Iuav può mettere in campo.