In questa fase storica in cui per comprendere a fondo le condizioni e i contesti economici, sociali e culturali per poter operare, fra l’altro, legati alle conseguenze dei mutamenti generati dalle tecnologie digitali e dallo sfruttamento delle risorse ambientali, il cluster DesTe si pone l’obiettivo di indagare e valorizzare il concetto di “capitale naturale e territoriale”, considerato come uno degli asset principali per lo sviluppo dei sistemi locali, attraverso la peculiare relazione fra le diverse dimensioni di intervento delle culture del progetto – teorico, storico e critico, strategico e operativo – , a cominciare dal design.
Non è un caso infatti che, riconosciuta la differenziazione territoriale come ingrediente fondamentale per attivare e mantenere nel tempo processi di sviluppo e, in particolare, i sistemi di innovazione (Cooke et al., 1997), oggi l’Unione Europea abbia adottato la prospettiva di smart specialization, vista come la ricombinazione di fattori disponibili localmente per diventare competitivi al livello internazionale (McCann et al., 2015). Lo stesso “fattore” è alla base della riconoscibilità e dell’affermazione, in estrema sintesi, della formula del made in Italy.
Quindi se per “capitale naturale e territoriale” si intendono i caratteri di “omogeneità” ambientali, socioculturali ed economico-produttivi, individuabili in realtà collocate in una determinata area geografica, i fattori che lo distinguono spaziano dai patrimoni storici alle caratteristiche naturali e artificiali, dai caratteri degli insediamenti alla qualità della vita, dall’ambiente economico alle abilità produttive, fino alla capacità sociali di aggregazione dei soggetti e ai legami taciti che permettono forme di collaborazione, cooperazione, solidarietà e mutua assistenza.
Tale ampia caratterizzazione identifica l’interesse del cluster verso un approccio alla ricerca che, muovendo dalle specificità locali, prova a farne emergere identità, peculiarità e potenzialità allo scopo di affiancare imprese e istituzioni nel definire strategie e pratiche di salvaguardia e sviluppo capaci di affrontare proficuamente la dimensione dei mercati globali del consumo nonché quella dei rinnovati comportamenti e stili di vita. In una logica dunque che muove prioritariamente dal locale verso il globale in chiave culturale e progettuale-operativa.
La situazione contemporanea richiede infatti un deciso cambio di prospettiva nel pensare e nell’agire di imprese, istituzioni, luoghi della cultura, ricerca e formazione, che non può che privilegiare, in prima istanza, la scala di intervento locale in quanto in grado di generare ricadute allargate e virtuose sulla crescita complessiva e integrata di un territorio.
Si tratta di azioni riferite alle vocazioni primarie dell’università alla ricerca e alla didattica, che investono in modo sempre più rilevante quella che è stata denominata “terza missione”, cioè la dimensione del lavoro di ricerca con ricadute locali ed extraterritoriali, generalmente concrete e applicative, connessa ai luoghi reali dell’economia, della società e della cultura.
Temi: Valorizzare la memoria e la storia del progetto;
Sostenere, attraverso il progetto visivo, identificazione, descrizione e accessibilità dei flussi di informazione fra soggetti e luoghi del territorio;
Rinnovare il rapporto fra cultura del progetto e sistema delle imprese;
Promuovere processi di sostenibilità;
Identificare il contributo del design nei processi tecnologici avanzati
Indirizzo:
Università Iuav di Venezia Dipartimento di Culture del progetto Venezia, Santa Croce 191, Tolentini
Periodo di attività:
(aprile 8, 2020 - )