Data di Pubblicazione:
2023
Abstract:
Le opere effimere presentate in questo articolo cercano di dimostrare che l'architettura può raccontare qualcosa che va oltre il suo ambito disciplinare e, nella fissità delle sue forme, proprio a partire da questa condizione di fissità, racconta del mondo che cambia intorno a noi e di le modalità con cui, attraverso segni specifici, resiste criticamente al modo di stare al mondo ispirato dalla cultura dominante. Una cultura in cui prevale il pensiero calcolante, “Denken als Rechnen”, secondo la posizione di Heiddegger, e la quasi totale cancellazione del pensiero meditativo (Heiddegger [1957] 1991). In altre parole, ci sono anche tra le opere temporanee, installazioni che lasciano letteralmente il segno; si tratta di opere che, anche a distanza di anni, sono piene di ricordi di architetti, turisti e viaggiatori che le hanno visitate, percorse e poi descritte, fotografate e pubblicate; queste opere sono a tutti gli effetti intese come pezzi che attivano una tradizione millenaria di forme e simboli per dare nuovo significato a cose e fatti apparentemente banali o più o meno noti, andando oltre e reinterpretando significati che si sono attaccati a quelle forme grazie a miti, riti e vere e proprie teorie progettuali.
Tipologia CRIS:
1.1 Articolo su Rivista
Keywords:
Architettura, Francesco Venezia, Sebastian Irarrazaval, Pompei, Valparaiso
Elenco autori:
De Maio, Fernanda
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